La frequenza di interazione tra un marchio ed i suoi fruitori è un driver importante della fiducia in esso riposta che a sua volta alimenta la brand equity. Nella vita di moltissimi di noi c'è un brand che, dopo l'avvento di internet, è presente in tutte le nostre giornate, più volte al giorno: Google. Il motore di ricerca più utilizzato, la posta elettronica più diffusa, lo spazio virtuale di archiviazione più integrato. Con una value proposition ampia, Google è entrato massicciamente nel nostro vissuto quotidiano. Si è affermato come un love brand, supportato dalla sua immagine tecnologica, innovativa, californiana. Quando un brand diventa un lovemark, si accrescono le storie, più o meno fondate, sul suo successo. Nasce una vera e propria storiografia. Un'infografica di Who is hosting this? racconta 26 aneddoti sul l'azienda simbolo della digital economy: dalla sua nascita al Googleplex, dai doodle al logo. Si alimenta l'immaginazione, si consacra il mito.
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