Smart è la city car che più ha rivoluzionato il mercato dell'automobile
negli ultimi 10 anni. Non si tratta semplicemente di un modello di
autovettura, ma di un vero e proprio fenomeno. Sarebbe riduttivo e
semplicistico pensare alla Smart come un best seller. C'è un vissuto
che fa quasi pensare al tribalismo. Non è semplicemente un'auto da
città; per i suoi user la Smart è il surrogato di uno stile di vita, di
una filosofia: smart and simple.
Oggi Smart viene apostrofata nella nuova campagna di comunicazione come
la "radice quadrata" del suv. Il simbolo aritmetico primeggia nei
cartelloni pubblicitari avviando il calcolo matematico il cui risultato è Smart quale "suv su piccola scala". Il ricorso alla simbologia
aritmetica rende il messaggio non universalmente comprensibile: una
formula smart per i più giovani ed i più avvezzi al calcolo;
indecifrabile per una larga parte del mercato. Si evince poi una
criticità semantica, ponendo in essere il parallelismo tra Smart ed il
Suv. Il problema non risiede (solo) nei modelli di auto, ma nel profilo
dei suoi driver. Il guidatore di una Smart è profondamente diverso da
chi guida un Suv. L'affiancamento dei due mondi potrebbe dare fastidio
agli "Smartiani".
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