venerdì 17 febbraio 2012

Un Festival soporifero

Gianni Morandi ci prova, ma non si può certo affermare che il suo secondo Festival stia volando. I dati di ascolto nascondono una trappola: comprendono una larga parte di popolazione che guarda Sanremo perché "il festival va visto". Una fedeltà comportamentale e non cognitiva. Si instaurano meccanismi di sfida tra i telespettatori: "Vediamo chi ce la fa a resistere fino alla fine".


L'offerta televisiva è cambiata e, se vuole sopravvivere, il Festival deve cambiar pelle. Ritmi lenti, stile compassato, molta istituzionalità e poco spettacolo. Le buone canzoni e Rocco Papaleo sono le uniche note intonate di un'edizione totalmente fuori tempo in cui anche Celentano delude con un intervento inconcludente. I talent show (X-factor in primis) hanno abituato il pubblico allo spettacolo vero. Ostinarsi a proporsi questa formula di Festival al telespettatore equivale a voler vendere uno StarTac ad un consumatore che utilizza un iPhone 4S.

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