Identificare il confine tra notizia reale e "ricamo giornalistico" non è cosa semplice. Esiste l'informazione vera e quella iperbolica. Il
giornalismo è sempre a caccia dello scoop, della notizia, sconfinando
talvolta nell'esagerazione. Si cerca di colpire l'opinione pubblica,
perdendo di vista il reale stato dell'arte. La recente "emergenza neve"
ne è stata la dimostrazione. E' stato proclamato lo stato di emergenza,
invitanto tutti a non mettersi in viaggio a causa del blocco totale
delle strade.
Viviamo in Italia, non nella savana. Può capitare che in inverno
nevichi. Non può certo capitare quanto è accaduto a Roma, ma Roma nelle
scorse settimane non rappresentava la "media italiana", bensì
un'anomalia. TG e quotidiani hanno dichiarato che molti paesi d'Abruzzo
erano isolati, facendo leva su storie "toccanti": persone anziane senza
acqua e luce, lontane dai centri abitati. Non si può terrorizzare un
paese sulla base di un caso, per giunta volontario: quelle persone hanno
deciso di vivere lontano dal paese, utilizzando sempre il pozzo e le
candele, non solo in inverno.
E' facile fare notizia in questo modo, lavorando su terrorismo
psicologico e casi strappalacrime. E' talmente facile che non si pensa
ad un'economia che vive di quella neve, a persone per cui il turismo è
il proprio pane. La viabilità nelle località turistiche dell'appennino
abruzzese non è stata un problema in questa stagione (come in passato):
Roccaraso, Rivisondoli, Pescocostanzo non sono mai state
isolate; le strade sono sempre state perfettamente percorribili. Laddove
c'è un rischio è giusto sensibilizzare, ma non terrorizzare. In
un'epoca di crisi, un'informazione scorretta genera l'arresto di
settori importanti per il nostro Sistema Paese. Le notizie sulla neve in
Abruzzo hanno solo "bruciato" valore, a danno dei piccoli imprenditori
locali che vivono di turismo.
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