Comportamentismo e psicologia si interrogano da anni sulla natura dei
processi decisionali degli shopper: sono i singoli attributi i driver
della scelta della referenza o il prodotto nel suo complesso? La
risposta canonica è "dipende": gli elementi presi in considerazione
variano al mutare della tipologia di bene, del coinvolgimento
dell'acquirente e così via. La scelta di acquisto solitamente è,
tuttavia, un compromesso.
Lo shopper acquista nella maggior parte dei casi bundle di attributi. La
valutazione ha come oggetto il prodotto nel suo complesso, non le
singole caratteristiche. Le ricerche di mercato tradizionali hanno
sempre esplorato la rilevanza delle componenti di prodotto seguendo un
approccio attribute based. Tale metodologia pone però l'intervistato in
un contesto "razionale" che lo porta ad attribuire un'importanza
elevata anche ad elementi non discriminanti nella scelta. La scelta del
consumatore, infatti, molte volte è' "irrazionale", olistica.
La conjoint analysis, al contrario, sottopone all'attenzione
dell'intervistato profili complessivi caratterizzati da attributi
(caratteristiche del prodotto, ad esempio il colore) e
livelli (declinazione degli attributi: nero, giallo e verde). Lo shopper
valuta profili potenziali di prodotto esprimendo un giudizio di
preferenza. Attraverso poi analisi di regressione è possibile stimare
l'utilità associata a ciascun livello e l'importanza di ogni attributo
nella scelta del prodotto. I risultati consentono al management di
investire nella giusta direzione, stilando un ordine di priorità,
focalizzando gli sforzi, soprattutto quando le risorse sono scarse.
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