domenica 7 agosto 2011

Farmacia: il retail del farmaco si trasforma

Nei paesini italiani del dopoguerra c'erano tre figure centrali: il parroco, il medico ed il farmacista. Quest'ultimo all'epoca, partendo dalle piante officinali, produceva "preparazioni" per i suoi clienti. Il farmacista preparatore è poi diventato dispensatore, quando la galenica ha ceduto il posto ai farmaci di sintesi. Molte farmacie hanno abbandonato completamente la preparazione a vantaggio della distribuzione pura, tanto che il laboratorio galenico costituisce oggi un elemento differenziante. Ciò che prima accomunava tutti i farmacisti, ora li differenzia.


Il canale farmacia nell'ultimo decennio è al centro di vigorosi venti di cambiamento istituzionali, competitivi e tecnologici. Le scadenze brevettuali e la conseguente crescita del farmaco generico (con un valore economico più basso), i tagli ai margini dello scorso anno, la presenza di SOP e OTC anche in altri canali (corner GDO e parafarmacie) hanno impattato sensibilmente sui ricavi di una farmacia media. A ciò si aggiunge la crescente penetrazione dei network di farmacie (in primis Profar, Alphega e Valore Salute), con l'ingresso sul mercato anche di catene estere (DocMorris), che impone ai singoli imprenditori di rafforzare le proprie competenze manageriali.

L'ordine professionale dei farmacisti (FOFI), prevedendo una forte contrazione del core business, ha lavorato sul concept di "farmacia dei servizi" che ha preso forma nella Legge 69/09 e nei succesivi decreti attuativi. Se il farmaco di sintesi perde valore, si sposta l'attenzione altrove. La disposizione normativa pensa alla farmacia come anello finale del Sistema Sanitario Nazionale che eroga servizi sul territorio, generando un risparmio in termini di spesa sanitaria, costi sociali, tempi di attesa, nonchè originando una maggiore soddisfazione dei cittadini. Il farmacista non sarà più un box mover, ma un operatore sanitario a 360° entrando nel mondo dei servizi: Assistenza Domiciliare Integrata (prestazioni soci-sanitarie a domicilio del paziente), CUP (prenotazione delle visite specialistiche con pagamento e ritiro del referto in farmacia), Campagne di prevenzione ed Analisi di prima istanza.

Le singole farmacie territoriali possono sposare questo modello di business in maniera facoltativa. Tale apertura legislativa costituisce un opportunità unica per portare in farmacia i farmaci biologici (ad altissimo valore) che attualmente vengono dispensati attraverso il solo canale ospedaliero. Da osservatore esterno risulta difficile comprendere perchè, a due anni dalla legge, siano così pochi i player che stanno investendo in questa direzione. La farmacia dei servizi offre la possibilità di garantire un futuro solido al canale. Bisogna giocare d'anticipo ed essere protattivi nei confronti dei Sistemi Sanitari Regionali. Coraggio!

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