Franco Battiato è universalmente riconosciuto come un artista fuori dagli schemi, come un musicista di nicchia, un cantante fuori dal coro. Pochi concerti, location prestigiose, rarissime apparizioni televisive: il suo mix artistico non orientato alle grandi masse.
Un concerto di Franco Battiato è sempre un evento: ci si aspetterebbe un pubblico composto, dall'area vagamente intellettuale, accomodato sulle poltrone ad ascoltare canzoni dalle influenze storiche, politiche e filosofiche. Le apparenze ed i pregiudizi tuttavia spesso ingannano.
Villa Reale di Monza, una calda serata di Luglio, tutti attendono l'esibizione del Divo Franco. Dopo un'attesa di mezzora, alle 21.30 il divo si materializza sul palco e lo spettacolo ha inizio. L'esordio è conforme alle attese: brani impegnati con rivisitazioni techno. La complessità dei testi emerge e si afferma come protagonista dello spettacolo. Il pubblico applaude dalle sedie assorto. Poi accade l'imprevedibile!
Su "L'era del cinghiale bianco", sotto il palco si concentra una folla crescente di persone e si inizia a ballare. Chi resta ancorato alle sedie è costretto ad alzarsi. Si salta, si urla e si danza come in un concerto "moderno". Inaspettatamente lo spettacolo si trasforma e l'artista si esalta per l'entusiasmo della folla: un'ora intera di canzoni "storiche" ed il pubblico si diverte.
Chi l'avrebbe mai detto? Il pubblico è imprevedibile e le nicchie possono assumere anche comportamenti di massa.
Nessun commento:
Posta un commento