lunedì 25 luglio 2011

Se la politica impattase sul valore del made in Italy?

Qualche giorno fa, su suggerimento di un collega, mi è capitato di leggere un articolo del Financial Times: «Blame Silvio’s antics for Italy’s bond market fall». I due autori, Paola Sapienza e Luigi Zingales, sottolineano come l'affaire Berlusconi ed il nostro contesto politico abbiano generato una diffusa sfiducia nei confronti del Paese Italia. Laddove c'è sfiducia, la credibilità cala ed il rischio percepito s'innalza; tale legame causa-effetto è alla base della crescita dei tassi di interesse richiesti dal mercato per acquistare i nostri titoli di debito pubblico.


Allora mi sono chiesto...  la sfiducia è limitata al settore finanziario o penetra anche nel comparto manifatturiero? Purtroppo ho trovato la risposta poche righe più in là. La scarsa credibilità delle nostre istituzioni si riverbera anche sulla fiducia riposta nei nostri brand, nei nostri prodotti, in tutto ciò che è "Made in Italy". Fino a qualche tempo fa questa formula era sinonimo di eccellenza, perfezione, qualità, status symbol ed ora? Non sono i nostri prodotti ad essere cambiati: è il sistema percettivo di chi li compra dall'estero ad essere mutato, ma il mercato è guidato dalle percezioni e poco conta se i fattori produttivi sono rimasti inalterati. È giunto il tempo di salvaguardare la forza del nostro comparto manifatturiero, affinché non resti solo un ricordo, dimostrando al mondo la credibilità e l'affidabilità dei nostri prodotti... sperando che la politica ci dia una mano. 

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